curiosità stroriche padovane  1°

Il Sig. Danilo Montin ci racconta come si festeggiava la Pasqua ad Este…

«Solitamente il periodo che precedeva la Pasqua terminava l’inverno e la cattiva stagione… quindi nella Settimana Santa era usanza di fare le pulizie a fondo della casa.. Si faceva il Bugà Grosso, nelle fontane venivano lavati con la cenere le lenzuola, le tende, i vestiti pesanti… questo rito durava anche alcuni giorni, poiché non c’era la lavatrice ed il bucato veniva fatto quattro volte l’anno, saltando il turno nel periodo invernale. Quindi la “roba” accumulata era tantissima…soprattutto nelle famiglie molto numerose. La casa veniva pulita, le pentole venivano tutte lucidate, soprattutto quelle in rame, le stante tinteggiate, specialmente la cucina, che si anneriva con il fumo del camino. Anche io, che ero molto piccolo, aiutavo in questo rito. In una giornata di sole si comperava della calce in polvere e la si mescolava con colla ed acqua. Si spostavano nel cortile la credenza, la vetrina, tavola, sedie e quadri… e poi su e giù con il pennello.

Il Venerdì Santo era il giorno più importante della settimana santa. Ad Este c’era tantissima gente che veniva, anche da paesi vicini, per vedere la Processione che partiva dal Duomo, percorrendo via Cavour passava davanti alla pescheria, poi Via Matteotti (un tempo Via Roma) per terminare in Piazza Maggiore. Ricordo che alla Processione c’erano tantissime infermiere e crocerossine, tutte vestite di bianco, molti chierici e preti e i carabinieri indossavano un cappello con un pennacchio colorato. Inoltre dei bambini della Basilica Santa Maria Delle Grazie sfilavano vestiti da paggetti. Nella stessa sera venivano premiati i negozi caratteristici, che avevano presentato in maniera migliore le vetrine con prodotti pasquali.

Nel giorno di Pasqua si andava in Chiesa per la Santa Messa e per il Vespro. Il Pranzo era un momento atteso e particolare. Si mangiava il risotto o le lasagne fatte in casa, il coniglio arrosto, una colomba fatta con la pasta del pane e la torta margherita. Alla fine soleva esserci il rito della rottura dell’uovo di cioccolato, sia per assaporarlo, sia per la curiosità di vedere la sorpresa.

Il lunedì di Pasquetta c’era la tradizione di andare a camminare su per i Colli. Per chi abitava ad Este la meta preferita era Calaone. Molte famiglie partivano al mattino, a piedi con il cestino per il pic-nic. C’era l’abitudine di portare anche delle uova di gallina colorate.

Le uova si mettevano a bollire mettendo dell’acqua dei Ranuncoli per dargli il giallo, con le ortiche venivano verdi, con gli occhietti della madonna azzurri, mentre con qualche vecchio straccio rosso si ottenevano rossi. Con parenti ed amici andavamo a camminare nel pomeriggio presto, portando qualche uova e delle fette di Margherita. In un bel prato sul Monte Cero o nel Monte Castello si mangiava, beveva e giocava. Alla sera prima del ritorno ci fermavamo a casa di alcuni parenti che abitavano ai piedi della collina e qui si mangiava, si rideva, si scherzava… si mangiava salame di casa e si beveva del buon vino!»



Ph. per concessione di Siro Gassamigli Primi anni 50. Località Carbonara di Rovolon

 

 

PDF
 
TORNA TORNA